Cos'è secondo voi? O ancora, cosa significa essere felici?
Intanto vi intrattengo :3
Il termine felicità ha assunto nel tempo diverse accezioni; partiamo dunque dalle origini.
I greci indicavano con il termine
eudaimonìa il termine
felicità , da eu=bene e daìmon=divinità, destino o genio individuale. Perciò l'uomo eudàimon è colui che ha ricevuto in sorte un
buon demone e di conseguenza ha un
buon destino; ricordiamo inoltre che questo termine ha la radice del verbo
dàiomai che significa distribuire, e proprio gli dei distribuiscono agli uomini il loro destino.
Date queste premesse, la felicità è un bene che sfugge all'uomo, che esso non può controllare in quanto ha origine da una volontà superiore.
Per questo motivo il termine felicità come lo intendiamo noi non può essere associato direttamente al termine greco, che indica una
condizione oggettiva.
Altre sfumature si hanno nei termini
eutychìa, che indica soltanto la
buona sorte, e
òlbos, che intende la felicità come un qualcosa legato alla
prosperità materiale e alla ricchezza.
In alcuni versi di Euripide si nota la differenza di significato tra i vari termini:
CITAZIONE
"Dei mortali nessun uomo è felice (eudàimon); se gli giunge prosperità (òlbos), uno potrebbe esser più fortunato (eutychès) di un altro, non certo felice (eudàimon)".
[Medea 1228-1230]
In latino abbiamo invece i termini
felix e
felicitas.
Il significato originario di
felix doveva essere "che dà latte" e per questo anche
felicitas è usato nel senso di
prosperità o
successo. E' solo con Seneca e Cicerone che questo termine assume il significato italiano di felicità.
Esiste inoltre il termine
beatus; tra i diversi significati ricordiamo quello più importante di "colmato di beni", dunque
ricco, da cui derivano il senso morale di
fortunato e
felice.
Passiamo ora al presente: in italiano la parola
felicità si riferisce soprattutto alla sfera psicologica, alla condizione di appagamento di chi è soddisfatto e prova piacere. In questo senso il termine ha assunto una sfumatura
soggettiva , contrariamente alla controparte greca che indica invece una condizione oggettiva dell'individuo.